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Benessere Psicofisico: il Rilassamento Muscolare Progressivo come tecnica di potenziamento



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A cura di Pamela Schietroma


Il Rilassamento Muscolare Progressivo (RMP) è una tecnica psicofisiologica ideata da Edmund Jacobson (1888-1983). La base teorica presuppone un’influenza dello stato psichico su quello somatico e viceversa per cui uno stato tensivo muscolare di fondo richiede un dispendio energetico costante che agisce sullo stato mentale. A sua volta, uno stato mentale caratterizzato da elevata attivazione genera e mantiene un certo grado di tensione muscolare. Dunque, la comunicazione tra mente e corpo è costante e sincrona. Il RMP permette di recuperare l’abilità di discriminare lo stato del proprio sistema muscolare al fine di poterlo modulare con effetti benefici sul proprio stato mentale.


Il RMP viene utilizzato nel trattamento di disturbi d’ansia, fobie, ipertensione arteriosa, cefalea tensiva, nella gestione dei disturbi del sonno, nella gestione del dolore ed in ambito oncologico.

La tecnica del rilassamento progressivo si basa sulle caratteristiche dell’attività neuromuscolare sollecitata in modo endogeno e/o esogeno dall’organismo umano, ovvero, sul modo in cui lavorano i nostri muscoli in funzione dei diversi input che ricevono. L’obbiettivo primario del RMP è quello di ridurre la tensione residua intesa come stato di fondo comune derivante da processi mentali e psicofisiologici di tipo emozionale e sensoriale associati a determinate manifestazioni neuromuscolari che alterano il normale tono di riposo e coinvolgono globalmente tutto il sistema nervoso sia endocrino che muscolare. La tecnica emerge dal costrutto teorico secondo cui il corpo mantiene stadi di tensione muscolare oltre la soglia di attività e questo comporta un dispendio energetico superiore con conseguente affaticamento.


Il rilassamento agisce sulla tensione attiva in cui si trovano costantemente le strutture muscolari sollecitate da nervi motori e da una leggera tensione presente nei muscoli nello stato di “riposo”.

La tecnica del RMP permette di apprendere e sviluppare ciò che Jacobson definisce “senso muscolare” che consente di utilizzare il riposo come momento intenso di recupero energetico e di gestire funzionalmente il rapporto tra tensione e distensione acquisendo gli strumenti personali per impiegare le proprie energie in modo razionale. Il fine ultimo della tecnica è la rieducazione neuromuscolare che rappresenta una modificazione più ampia dello stile cognitivo e comportamentale della persona e diventa risorsa permanente nel repertorio comportamentale della stessa proprio in virtù delle modalità di apprendimento. Il rilassamento rientra nelle tecniche di “mental training” e consente di modificare lo stile di pensiero e il repertorio comportamentale della persona grazie al processo graduale di apprendimento che permette di avere consapevolezza del proprio stato muscolare e di modulare la tensione verso un rilassamento progressivo.

 

L’obbiettivo di fondo è quello di insegnare un’abilità per la quotidianità. Facilitare l’apprendimento di una tecnica e l’acquisizione di strumenti che la persona possa utilizzare al fine di percepire sensazioni piacevoli di rilassamento psicosomatico in qualsiasi momento con diversi effetti positivi tra cui diminuzione della pressione arteriosa, miglioramento dell’ossigenazione sanguigna e riduzione del livello di adrenalina nel sangue. Il rilassamento permette di contenere le conseguenze nocive dello stress cronico e aiuta a ridurre l’attivazione verso stimoli stressanti per la persona con il decondizionamento alle reazioni ansiose stimolo-specifiche, ovvero, ridurre l’entità della reazione a quegli stimoli che sono attivanti per la persona quindi tutto quello che riesce a scatenare una reazione specifica.


Un ulteriore effetto specifico della tecnica di rilassamento è quello di favorire la focalizzazione e l’autoconsapevolezza delle componenti sensoriali e percettive dell’esperienza, saper discriminare le sensazioni del corpo e riconoscere la cascata di effetti psicosomatici soggettivi. Questo consente di alimentare costantemente il circolo virtuoso di uno stile di vita caratterizzato da uno stato di quiete autonomamente generato e mantenuto che permette all’organismo di disporre di maggiore energia e ottimizzarne l’orientamento.

 

Il protocollo di training permette di raggiungere uno stato di rilassamento sistematico da applicare quotidianamente, oltre a ridurre gli eccessi psicomotori nelle operazioni quotidiane e mantenere la minima attività muscolare al fine di ottenere la migliore prestazione. Inoltre, è possibile diminuire la sensibilità rispetto a componenti ansiose, fobiche o di paura con la riduzione progressiva della risposta di attivazione derivata da stimoli specifici.


L’addestramento della persona è previsto nelle sessioni ambulatoriali e privatamente al fine di rendere la risposta di rilassamento un’abituale reazione alle situazioni quotidiane di stress. L’allenamento con la guida del terapeuta e quello autogeno consentono di raggiungere gli obbiettivi di distensione.

Il raggiungimento del senso muscolare avviene in diverse fasi che prevedono un allenamento alla percezione e discriminazione della tensione e della distensione sia muscolare che mentale.

 

Talvolta, si ritiene opportuno inserire nel protocollo di rilassamento muscolare l’utilizzo della tecnica di “stress inoculation training” attraverso cui si favorisce progressivamente la conoscenza della relazione tra pensiero e comportamento analizzando nello specifico il tipo di pensiero disfunzionale per poter agire su questo addestrando la persona a specifiche abilità, tra cui la ristrutturazione cognitiva e l’utilizzo di tecniche immaginative.


In ultimo, la persona mette in pratica le nuove abilità acquisite attraverso il training con sequenze graduate di stimoli soggettivamente stressanti. Questa tecnica permette l’emissione di risposte di rilassamento in presenza di stressor graduati attraverso uno strumento definito “shaping” in grado di modificare gradualmente le condizioni ambientali a favore di una maggiore abituazione della risposta allo stress.


La fase di consolidamento prevede la strutturazione di programmi individualizzati che permettano alla persona di utilizzare il rilassamento come strumento attivo e funzionale oltre ad aumentare i tempi di attenzione sulla fase immediatamente successiva alla sessione di rilassamento per aumentare il tempo di conservazione a seguito della seduta ambulatoriale e l’utilizzo di key-words per il condizionamento della risposta di rilassamento.

 

Bibliografia

Bertolotti G (2015). Il Rilassamento progressivo in psicologia. Roma, Carocci editore.

Jacobson, E. (1938). Progressive relaxation: A physiological and clinical investigation of muscular states and their significance in psychology and medical practice. Chicago: Univ. of Chicago Press

 

 

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